Una pessima meditazione

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Non devi ritenerti incapace di meditare! La meditazione non è arrivare automaticamente al silenzio della mente ma, piuttosto, osservarne i meccanismi.

Non sentirti in difetto quando mediti

Come molti meditanti potrebbero testimoniare, spesso la meditazione assomiglia a una specie di lotta nei confronti dei pensieri e delle emozioni perturbatrici che continuamente si affacciano alla tua attenzione. Nel caso di una tecnica basata sull’osservazione del respiro, il processo si potrebbe sintetizzare con questo schemino:
  1. Osservi il respiro (o il corpo)
  2. Arriva un pensiero
  3. Lo segui, identificandoti in esso
  4. Ti ricordi che stavi meditando (!) e riporti l’attenzione al respiro
  5. Ritorni al primo punto.
E così via fino alla fine della meditazione.
Constaterai che in certi momenti lo stato di calma tra una distrazione e l’altra dura di più e che la qualità della tua quiete è più profonda.
Il trucco è continuare a rimanere vigile, in continua osservazione dei tuoi pensieri, delle emozioni, ed anche delle sensazioni a livello fisico che via via sopraggiungono.
Nel fare questo ritorni a prendere coscienza del tuo essere, dando sollievo alla mente. Nella vita quotidiana sperimenterai una minore insistenza del tuo chiacchiericcio interiore.
Questo ti regala un notevole beneficio in termini di funzionamento del corpo e della mente: attraverso l’osservazione, aumenterai a ogni sessione la conoscenza di te stesse e questo ti permette di disidentificarti progressivamente dalla tua mente, e anche dal tuo corpo, nel senso che il tuo senso di identità non sarà riposto SOLO in queste tue componenti.
Voglio raccontarti il risultato di un esperimento famoso, in cui sono stati monitorati dei meditanti con l’elettroencefalogramma.
Bene, in alcuni casi alcuni soggetti, forse per il fatto di sentirsi osservati e con gli elettrodi sulla testa, hanno terminato la loro meditazione con un senso di insoddisfazione; “troppa mente”, “non sono riuscito a staccare per più di una manciata di secondi” era il commento di questi ultimi.
Bene, anche in questi casi i ricercatori hanno riscontrato un‘attività cerebrale che ha testimoniato il raggiungimento di stati di funzionamento assolutamente simili a quelli registrati nei praticanti che hanno riportato invece una soddisfacente esperienza di meditazione.
Quindi anche quando ti sembra di aver fatto una pessima meditazione, in realtà hai comunque fatto funzionare il tuo sistema in modo diverso dall’ordinario, anche se non ti è sembrato di aver fatto  la tua meditazione ideale.

Il vantaggio di “sentirti” un po’ di più

Meditando regolarmente comprendi di non essere la mente, il corpo, le emozioni, ma che esiste un centro di consapevolezza che è al di sopra di tutto questo. Risiedendo più stabilmente del centro, ti sarà facile da qui dirigere meglio le tue scelte, governare i tuoi pensieri e essere meno succubi delle emozioni. Verificherai di essere meno travolto da certe situazioni difficili e di sentire di meno il peso delle tante pressioni quotidiane.
Da qui la vita non può che migliorare!

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