Sperimenti beatitudine o disagio nei luoghi ad alta energia?

Più di un lettore di questo blog mi ha contattato per chiedermi un parere rispetto a sensazioni non proprio gradevoli in alcuni luoghi sacri. Ma le alte energie non dovrebbero essere anche buone? Vedremo che non è sempre così per tutti.

Pensare che l’energia elevata sia sempre portatrice di consolante benessere è spesso segno di superficialità o, quanto meno, di scarsa esperienza pratica dell’energia sottile.

In molti casi questo tipo di concezione deriva da quella visione New Age edulcorata e un po’ troppo semplificata per cui tutto ciò che energeticamente vibra a un certo livello:

è buono,

fa sempre bene,

è adatto a tutti,

e dolcemente conduce lungo l’evoluzione spirituale verso l’Amore Universale.

Spesso, nella realtà, le cose sono diverse. Vediamo di capire un po’ meglio come stanno le cose.

Il disagio verso il sacro

Il disagio di cui parliamo in questo post è comune esperienza di alcune persone che, entrando in determinati luoghi caratterizzati da alte energie (ad esempio cattedrali, chiese e santuari) avvertono segni di malessere, nello stesso momento in cui altri descrivono queste esperienze come piacevoli e di notevole portata liberatoria.

Perché sperimentatori diversi avvertono l’energia in modo così differente?

Semplificando molto, ogni essere umano, dal punto di vista energetico, è composto da un corpo fisico, emotivo e mentale, la cui integrazione costituisce la personalità (un concetto che ho già spiegato nel post I Raggi dell’Anima (1): per un reale aiuto alla persona.

Questi corpi, checché ne dicano alcune branche più fondamentaliste della Teosofia, non sono soltanto veicoli che utilizziamo per fare esperienza qui sulla terra, ma anche manifestazioni dirette delle nostre potenzialità sui vari piani di esistenza. I tre corpi si differenziano per la qualità della loro vibrazione; più densa per il corpo fisico e via via, passando dal corpo astrale e a quello mentale, più raffinata.

Scendendo lungo questi piani energetici, dal più sottile al più denso (ossia dal mentale, all’emotivo e poi nel fisico), più decresce la velocità e, in molti casi, anche la capacità di adattamento delle strutture che di queste energie sono costituite.

Ad esempio, il corpo denso “fa più fatica” ad adattarsi, di quanto non faccia il nostro apparato emozionale, il quale, a sua volta, appare più “lento” rispetto alla nostra mente.

Quante volte ci è successo di avere una buona chiarezza, a livello mentale, di una situazione difficile, per la quale però abbiamo continuato a soffrire a livello emozionale?

L’esperienza mostra che solo solo esser riusciti a “farcene una ragione” rispetto a qualcosa che ci ha sconvolto emotivamente, abbiamo potuto arginare le nostre emozioni negative, immettendoci di nuovo nel flusso evolutivo della vita aprendoci al nuovo che la vita ci poteva riservare.

Facciamo un altro esempio. Supponiamo di essere aggrediti verbalmente da una persona rabbiosa e frustrata che riversa su di noi tutto il suo vissuto negativo. La nostra mente subito elabora una sua interpretazione della cosa (“questa persona mi sta aggredendo“), cercando di individuare i motivi per cui sta succedendo. Alcuni istanti dopo il nostro corpo emotivo può reagire (e suggerirci di rispondere per le rime, o di sfogarci a nostra volta), e qualche minuto più tardi magari ci viene un certo fastidio alla pancia. Sempre dal punto di vista fisico può accadere di aver bisogno di più di un episodio di questo tipo, o addirittura trascorrere decenni immersi in questo tipo di dinamiche a livello energetico prima di esprimere un sintomo fisico importante.

Da questo meccanismo si comprende bene perché sia così lungo e faticoso il percorso di quasi tutti i processi di guarigione, in cui i sintomi fisici persistono anche a lungo nell’attesa dell’adattamento a informazioni di ordine superiore rappresentate dalle cure che intendono a portare il sistema all’equilibrio.

La pulizia sottile dell’essere umano

Dopo questa doverosa premessa, ai quattro lettori che ancora non hanno desistito, possiamo spiegare il perché del disagio per il sacro.

La qualità vibrazionale di certe energie può essere così elevata da promuovere un processo di rapida pulizia energetica dalle congestioni di energia, dagli scarti delle nostre elaborazioni emozionali e mentali e da eventuali elementali a bassa vibrazione (ne parlerò in un prossimo post).

Quando queste componenti per così dire “estranee” cambiano vibrazione o letteralmente si staccano dal campo energetico personale, si possono sperimentare tutta una serie di serie di sintomi fisici temporanei: dal senso di svenimento (che può condurre anche alla perdita dei sensi!) alla sensazione di grande agitazione fino a vere e proprie manifestazioni ansiose di varia intensità.

Queste sensazioni si possono paragonare a quelle che si possono avere quando si viene iniziati a una nuova pratica energetica, in cui le proprie strutture energetiche, magari per la prima volta, vengono inondate da una certa quantità di energia e cominciano a ripulirsi e a funzionare, espellendo energia sedimentata (congesta) negli anni.

Com’è noto, questo processo può essere anche molto difficile e addirittura doloroso, come ci ricorda anche Assagioli, che riporta alcune interessanti considerazioni nel suo breve saggio Sviluppo spirituale e disturbi neuropsichici un vero e proprio manuale di primo soccorso spirituale nel momento in cui i sintomi di adattamento possono diventare troppo forti e al limite della patologia vera e propria.

Le vostre sensazioni sono importanti

Avete voglia di condividere le sensazioni che avete avuto in determinati luoghi o eventi successi all’interno dei luoghi ad alta energia? Potete farlo sottoforma di commenti a questo post.

Personalmente avrei alcuni aneddoti da raccontare, dai più divertenti ad alcuni episodi un po’ inquietanti, ma comunque tutti fonte di insegnamento.

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